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Frattura o dente spezzato alla radice? Quali sono i sintomi e come comportarsi

come comportarsi con frattura o dente spezzato alla radice

Un dente spezzato o una frattura alla radice rappresentano alcune delle problematiche dentali più serie e delicate che si possano affrontare. A differenza di una semplice frattura della corona, la frattura radicolare coinvolge strutture profonde e fondamentali del dente, influenzandone la stabilità, la salute e la funzionalità nel tempo.

Spesso può passare inosservata nelle prime fasi, per poi manifestarsi con sintomi dolorosi e complicanze significative, che possono compromettere l’intera arcata dentale e la salute gengivale.

Nonostante sia una condizione preoccupante, è importante non andare nel panico: intervenire tempestivamente con una diagnosi precisa consente di individuare rapidamente il trattamento più adatto, evitando possibili complicazioni.

In questo articolo analizzeremo insieme nel dettaglio come riconoscere i segnali di una radice fratturata, quali siano le cause principali e quali soluzioni esistano per salvare il dente o per scegliere il percorso terapeutico più efficace.

Struttura di un dente: corona, colletto e radice

Un dente si divide in tre sezioni principali, ognuna con funzioni ben specifiche: la corona, il colletto e la radice.
La corona è la parte visibile del dente, quella che utilizziamo per masticare e che viene protetta dallo smalto, il tessuto più duro del nostro corpo. Sotto lo smalto, troviamo la dentina, un materiale meno duro ma più elastico che protegge la polpa interna.

Il colletto rappresenta il punto di congiunzione tra la corona e la radice ed è localizzato all’altezza della gengiva. È una zona delicata che deve essere protetta dall’erosione e dalle infiammazioni.


La radice, infine, si immerge nell’osso e rappresenta la vera “ancora” del dente, mantenendolo saldo durante le normali funzioni quotidiane come mangiare o parlare. Conoscere bene questa struttura è fondamentale per comprendere la gravità di una frattura che coinvolge la radice.

Perché la radice è fondamentale per la stabilità del dente

La radice è essenziale per il corretto funzionamento di un dente: senza di essa, il dente semplicemente non potrebbe restare saldo all’interno dell’osso. È proprio grazie alla radice che il dente può sopportare carichi elevati, come la forza esercitata durante la masticazione.

Ogni radice è collegata all’osso tramite il legamento parodontale, una rete elastica di fibre che assorbe parte delle sollecitazioni. In presenza di una frattura radicolare, questo sistema di sostegno si compromette, causando dolore, mobilità e, nei casi peggiori, perdita del dente.


Un altro aspetto spesso sottovalutato è che le radici sane stimolano l’osso alveolare: in assenza di stimolo, l’osso può andare incontro a riassorbimento, peggiorando ulteriormente la situazione clinica.

Come capire se si è rotta la radice del dente? I sintomi

sintomi di un dente rotto alla radice

Capire se si è verificata una frattura alla radice del dente non è sempre immediato, soprattutto perché spesso i sintomi iniziali possono essere lievi o confusi con altre problematiche dentali. Tuttavia, ci sono alcuni segnali specifici che dovrebbero mettere in allarme e spingere a consultare tempestivamente un odontoiatra.

Dolore persistente alla masticazione

Uno dei segnali più evidenti che può indicare una frattura della radice è la presenza di un dolore costante o intermittente durante la masticazione. Questo dolore si presenta spesso in modo diverso rispetto a quello provocato da una carie o da una gengivite: tende a manifestarsi quando si applica pressione sul dente e può diventare più intenso nel tempo. Molti pazienti raccontano di aver percepito inizialmente un fastidio leggero, che poi si è trasformato in un dolore acuto e localizzato.

Non sempre il dolore è continuo: può essere avvertito solo in certe posizioni della bocca o durante il morso di cibi più duri. Questa caratteristica rende la diagnosi ancora più complessa senza un controllo odontoiatrico approfondito. Ignorare questo sintomo potrebbe portare a peggiorare il quadro clinico, fino alla perdita definitiva del dente. È quindi consigliabile non aspettare che il dolore diventi invalidante, ma agire ai primi segnali.

Gonfiore localizzato e mobilità del dente

Il gonfiore della gengiva vicino al dente sospetto è un altro campanello d’allarme importante. Questo rigonfiamento può essere associato a una leggera sensazione di pressione o fastidio, e nei casi più gravi può rendere visibilmente asimmetrica la linea gengivale. In presenza di gonfiore, il dente può cominciare a muoversi in modo anomalo, anche se il paziente non avverte dolore acuto.

La mobilità dentale è un segno molto serio: significa che il supporto strutturale è compromesso, e che la frattura della radice ha già avuto un impatto sulle strutture di sostegno. Spesso i pazienti riferiscono di aver notato una “strana sensazione” di instabilità prima che il dolore comparisse. Quando si osservano gonfiore e mobilità contemporaneamente, è fondamentale recarsi il prima possibile dal dentista per una diagnosi accurata e tempestiva.

Presenza di fistole o infezioni

La comparsa di fistole gengivali – piccoli rigonfiamenti bianchi o giallastri da cui può fuoriuscire pus – è indicativa di un’infezione in atto. Questa infezione, spesso invisibile in fase iniziale, è il risultato di un’infiammazione cronica causata dalla frattura radicolare. In alcuni casi, la fistola si manifesta senza un dolore immediato, confondendo il paziente che tende a sottovalutare il problema.

L’infezione può diffondersi rapidamente nei tessuti circostanti, fino ad arrivare all’osso mascellare o mandibolare, compromettendo gravemente la salute orale generale. Quando si nota una fistola, anche in assenza di dolore, è obbligatorio rivolgersi al più presto a uno specialista. In questi casi, solo un trattamento tempestivo potrà impedire danni più estesi o la necessità di estrazioni complesse. Ignorare il problema significa rischiare complicazioni molto più serie.

Perché si rompono le radici dei denti? Le cause

le cause che portano un dente a rompersi alla radice


Le radici dentali, pur essendo estremamente robuste, possono subire fratture a causa di diversi fattori. È importante riconoscere le principali cause per prevenire danni e intervenire tempestivamente.

Traumi e urti accidentali

Uno dei motivi più comuni che può portare alla rottura di una radice dentale è un trauma improvviso. Cadute, urti violenti durante lo sport o incidenti automobilistici possono imprimere una forza tale da superare la resistenza naturale del dente. In particolare, i denti anteriori sono più esposti ai traumi diretti. In questi casi, la frattura può essere immediata oppure manifestarsi dopo qualche giorno, con sintomi progressivi. La tempestività della visita odontoiatrica è fondamentale: secondo studi clinici, un trattamento precoce nei primi giorni dopo il trauma migliora sensibilmente la prognosi del dente coinvolto.

Bruxismo e stress masticatorio

Il bruxismo, ovvero l’abitudine inconscia di digrignare i denti, soprattutto durante il sonno, rappresenta una delle cause più insidiose di frattura radicolare. Nel tempo, la pressione costante sui denti provoca la formazione di microfratture che possono estendersi fino alla radice, indebolendo irreversibilmente la struttura dentale. Molti pazienti riferiscono di non essere consapevoli di soffrire di bruxismo finché non compaiono i primi sintomi dolorosi o segni evidenti di usura dentale. È per questo che la diagnosi precoce tramite visita specialistica è cruciale per adottare soluzioni come l’utilizzo di un bite notturno.

Trattamenti odontoiatrici pregressi

Anche interventi odontoiatrici importanti possono, nel lungo periodo, indebolire un dente. In particolare, devitalizzazioni profonde, corone protesiche o grandi ricostruzioni riducono la quantità di tessuto sano, aumentando il rischio di fratture. I denti devitalizzati, ad esempio, pur rimanendo funzionali, tendono a perdere elasticità e resistenza meccanica, diventando più vulnerabili agli stress occlusali quotidiani. Per questo motivo, in odontoiatria moderna si tende a proteggere i denti devitalizzati con corone rinforzate che ne aumentino la durata nel tempo.

Carie profonde e infezioni non curate

Le carie estese, se non trattate tempestivamente, possono raggiungere la polpa dentale e intaccare la radice, indebolendola in modo irreversibile. La progressione batterica distrugge lentamente il tessuto dentale, rendendolo incapace di sopportare le normali sollecitazioni della masticazione. Non è raro che pazienti che ignorano piccole carie superficiali si ritrovino, a distanza di mesi, con una frattura importante e spesso difficile da riparare. Prevenzione e visite regolari dal dentista rappresentano la chiave per evitare che un semplice problema si trasformi in una grave complicanza.

Come comportarsi di fronte a una frattura della radice del dente

come curare un dente rotto alla radice

Quando si sospetta una frattura alla radice del dente, è fondamentale sapere come agire senza perdere tempo prezioso. Non sempre il dolore è immediato o insopportabile, e proprio per questo motivo molte persone tendono a sottovalutare la situazione. Ma la realtà clinica insegna che una diagnosi tardiva può compromettere seriamente la possibilità di salvare il dente. La regola d’oro è: mai aspettare che il problema si risolva da solo. La frattura può diventare rapidamente sede di infezioni o aggravarsi a ogni masticazione, rendendo più complesso e costoso il trattamento. Un contatto tempestivo con il dentista, unito a una visita accurata, rappresenta la prima linea di difesa per preservare la salute orale.

Quando rivolgersi subito al dentista

Alla minima comparsa di dolore persistente alla masticazione, gonfiore gengivale anomalo o instabilità del dente, è essenziale prenotare immediatamente una visita specialistica. Secondo le linee guida odontoiatriche, il tempo tra il trauma/frattura e l’intervento clinico incide in modo significativo sulla prognosi: prima si interviene, maggiori sono le possibilità di recuperare il dente senza ricorrere all’estrazione.

Non bisogna mai trascurare nemmeno i sintomi lievi: un dente che sembra solo “un po’ ballerino” potrebbe nascondere una frattura ben più estesa di quanto si immagini.

L’importanza della diagnosi radiografica

Per confermare una frattura radicolare, la sola visita clinica non è sufficiente: servono indagini strumentali approfondite. Le radiografie periapicali o, ancora meglio, la TAC Cone Beam 3D offrono una visione dettagliata della struttura interna del dente e dell’osso circostante.

Nei nostri studi, abbiamo visto come l’uso delle tecnologie tridimensionali aumenti di oltre il 30% la precisione diagnostica, consentendo piani di cura mirati e meno invasivi. Una diagnosi accurata è il primo passo per scegliere il trattamento più adatto alla situazione specifica del paziente.

Le opzioni di trattamento in caso di frattura o di dente spezzato alla radice

opzioni di trattamento per un dente spezzato alla radice o fratturato

Dopo aver individuato la presenza di una frattura, il dentista valuterà la strategia terapeutica più efficace. Non esiste una soluzione unica: il tipo di intervento dipende da diversi fattori come la posizione della frattura, la sua estensione e la condizione generale del dente e del supporto osseo.

In alcuni casi è possibile conservare il dente naturale, in altri purtroppo l’unica soluzione è l’estrazione e la sostituzione con impianti o protesi. È importante sapere che ogni decisione viene presa pensando sempre alla salute orale a lungo termine e al miglior risultato estetico e funzionale possibile.

Incollaggio del frammento dentale

Quando la frattura è pulita e il frammento dentale è disponibile e conservabile, si può tentare una ricementazione. Questa tecnica, eseguita in anestesia locale, prevede il riposizionamento preciso del frammento e la sua saldatura tramite materiali adesivi odontoiatrici ad alta resistenza.

Sebbene non sia sempre applicabile, nei casi favorevoli il tasso di successo supera l’80% a 5 anni dalla procedura, a condizione che il paziente segua attentamente le indicazioni post-operatorie.

Ricostruzione del dente fratturato

Se la radice è ancora sufficientemente integra, si può optare per una ricostruzione conservativa. Dopo aver rimosso le eventuali parti danneggiate, il dente viene rinforzato con perni endocanalari e rivestito con una corona protesica personalizzata. Questa soluzione, particolarmente indicata per i denti posteriori, permette di mantenere la radice naturale e garantisce una resistenza molto simile al dente originale.

I materiali utilizzati oggi (ceramiche integrali, zirconia, compositi rinforzati) offrono estetica e durata eccellenti.

Estrazione del dente e possibili alternative

Se la frattura si estende lungo tutta la radice o se il tessuto circostante è gravemente compromesso, purtroppo l’estrazione diventa inevitabile. In questi casi, il dente perso può essere sostituito mediante impianti dentali, ponti o protesi mobili, a seconda della situazione clinica e delle preferenze del paziente.

L’implantologia moderna offre oggi soluzioni estremamente affidabili, che garantiscono una funzionalità e un’estetica molto vicine ai denti naturali, migliorando la qualità della vita del paziente anche sul lungo termine.

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